Ora che il prezzo del petrolio ha raggiunto la soglia dei 100 dollari al barile, dobbiamo renderci conto che, bisogna investire in fonti di energia più economiche e similari al petrolio, come il biodiesel.
L’aumento del greggio nel corso degli ultimi 17 mesi è stato del 40% al barile, un aumento spropositato e insopportabile, e che di conseguenza, determina una situazione di condizionamento negativo nei confronti dell’economica italiana e mondiale.
In questo stato di cose, sarebbe opportuno che, le associazioni di categoria del settore agricolo del versante nord della provincia di Enna, portassero avanti dei progetti per la coltivazione di colture di sementi oleose, come il mais, il girasole o la colza, senza trascurare le coltivazioni tradizionali di frumento ed altri cereali.
Molti terreni sono destinati al pascolo e sembrano eccessivi in confronto alla quantità dei bovini e ovicaprini che si vedono nelle distese dei prati sia a quota bassa che a quella più in alto.
Bisognerebbe utilizzare una grande percentuale dei terreni incolti ai fini di impostare una coltivazione specifica che porti alla produzione di biodiesel, come già sta avvenendo in altre province siciliane. Per le nostre zone, e con tutti gli studi di ricerca necessari del caso per la scelta dei terreni più idonei a tale progetto, questa del biodiesel è una idea da non sottovalutare per poter progredire, immettendosi in una nuova strada che porti benessere e meno inquinamento.
Gli investimenti finanziari verso il gasolio vegetale, indirizzati da nazioni come il Brasile, hanno portato a dei risultati eccellenti e che la politica di quel paese in tale orientamento è di primaria importanza. Speriamo nel coraggio dei nostri coltivatori e delle rispettive associazioni di categoria.
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